Andrea Bottaro nasce a Savona il 24/03/1986,inizia lo studio del basso elettrico all’eta di 15 anni sotto la guida di Mauro Isetti presso l’accademia musicale Ferrato Cilea.successivamente si trasferisce a Milano per studiare al com con Dino D’Autorio,dove si diploma nel 2009,seguendo anche i corsi di armonia con Fabio nuzzolese e musica d’insieme con Luca Biggio.Tornato in Liguria si diploma con il massimo dei voti in contrabbasso jazz presso il conservatorio Niccolo Paganini di Genova,sotto la guida del maestro Piero Leveratto.
Dal 2002 al 2017 è fondatore e produttore degli Eazy skankers,tra le più influenti reggae band italiane, insieme ai quali produce due album “to the Foundation” registrato presso i Tuff Gong studios in Jamaica, e “Changes”registrato presso il dub Da Demon studio e co-prodotto insieme a Madasky mente degli Africa Unite.insieme agli Eazy Skankers ha seguito i tour di artisti della scena reggae internazionali come Michael Rose,Earl 16,Black out Ja.
Dal 2018 entra a far parte dei “groove Makers” band che accompagna le tournée europee di Ken Boothe e Derrick Morgan.

Dal 2013 in qualità di produttore e bassista ha preso parte all’incisione di
“Albanova” del latin Jazz quartet “officina acustica”
“Laid Back”-“Gideon” e “what about us” dell album di Raphael “mind vs Heart”
“Do it good” della band “Real Thing all Stars”
“Giu in Riviera” (single) di Dose 26/Overkill army
“Inna dis ya iwa” album d’esordio di Sista Awa
“Settembre” di Omar Tonella
“Life on my Skin” (single) di Sistalova
“Roots Taxi” (single) di Sistalova
“It No Nice” (single) di Groove a Nation
“Time Staircase” di Project Brakers
“Cartoline da luoghi Comuni” di Shirtless
“Make it On my Own” di Healness
“Reggaeneration” di Andy Mittoo
“Next Station” dei Next Station
“Frames” dei Next station
“Saudade” di Jo Choneca
“Beija Flor” (single) di Jo Choneca
“Late night driving” (single) degli Smashroom I Need
“Winter Riddim” Riddim con vari artisti reggae italiani
“Revelation Riddim” Riddim con vari artisti reggae italiani
“Legal” (single) di Gary Dread
“Urban Paranoia” di The Atheist